
A margine della manifestazione di mercoledì 8 luglio “Lasciate in pace gli orsi”, svoltasi in Piazza Dante a Trento e organizzata da OIPA Trento, Animal Pride e Mountain Wilderness e che ha visto la partecipazione di una cinquantina di ambientalisti e cittadini contrari alla gestione attuale dei grandi carnivori in Provincia di Trento, Rifondazione Comunista appoggia la protesta inquadrando la manifestazione in una critica più vasta alla politica ambientale della Giunta Leghista.Risulta evidente la mancanza di capacità di gestione ad ampio raggio del “problema” orsi in Trentino così come quello degli altri grandi carnivori. Dopo mesi e mesi di immobilità e di evidente incapacità di gestione dei vari casi che si sono succeduti nel tempo (il caso dell’orso “Papillon” ne è stato il fiore all’occhiello), risulta evidente la “navigazione a vista” priva di un’idea di fondo, dove le goffe soluzioni, quali la castrazione chimica del povero M49 e l’ordinanza di abbattimento di JJ4, emergono come rivelatori di una gestione improvvisata o, nella peggiore delle ipotesi, alla ricerca di facili consensi presso associazioni venatorie e allevatori poco propensi ad attivarsi nella protezione della propria attività.Ma quello che preme rilevare è che queste risposte da parte della Giunta Provinciale si inquadrano in una più vasta politica di aggressione all’Ambiente che quotidianamente vediamo all’opera nel nostro territorio: nuovi impianti sciistici, nuovi collegamenti tra impianti, allargamenti di piste, nuovi bacini per l’innevamento artificiale, nuove strade forestali create per l’accesso ai boschi distrutti dalla tempesta Vaia anche là dove non sono strettamente necessarie, nuovi rifugi in quota (vedi l’ultimo a Pejo 3000, con annesso nuovo impianto, ristorante e solarium) e ulteriori cementificazioni in quota. L’areale per i grandi Carnivori viene sempre più ridotto e la conseguenza sono i nuovi “incontri” con l’uomo, che generano soluzioni senza prospettive e improvvisate. La stessa mancanza di prospettiva che punta a fomentare un’idea di turismo insostenibile, investendo soldi pubblici in sport ormai impossibili a durare (come il costoso sci alpino) a causa del riscaldamento globale. Investimenti ed energie letteralmente sprecati in progetti a breve termine, che favoriscono nell’immediato solo imprese locali “amiche” e distruggono nel contempo le risorse ambientali del futuro. Nessuna ricerca su modelli di turismo dolce e alternativo, nessun cambiamento di rotta: l’emergenza sanitaria non ha insegnato nulla, ed ora si riprendono, con rinnovata lena, progetti pericolosi come quello di trasformazione delle malghe del Lagorai in ristoranti e rifugi, con il nuovo impianto sciistico di Bolbeno, con il bacino di innevamento artificiale a Pampeago, nuovi interventi distruttivi nel Primiero ed altri ancora. Sempre più turisti a quote sempre più alte e in tempi sempre più ridotti, nella logica del mordi e fuggi, che nulla ha a che vedere con una ricaduta economica a lungo termine sul territorio.
Ivo Cestari, candidato per Rifondazione Comunista alle prossime elezioni comunali a Trento
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